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Negli ultimi anni abbiamo spesso parlato di inverni miti, anticicloni interminabili e nevicate sempre più rare in pianura. Ma le prime proiezioni per l’inverno 2025/2026 stanno accendendo la fantasia degli appassionati: secondo diversi esperti, infatti, ci sarebbero le condizioni per un ritorno del “vero inverno”, quello fatto di gelo e fiocchi bianchi anche a bassa quota. Naturalmente si tratta di tendenze a lungo termine, che non possono essere prese come certezze assolute. Ma ci sono tre fattori principali che, messi insieme, potrebbero davvero cambiare le carte in tavola. 1. Il ruolo della Niña Il primo indizio arriva dall’oceano Pacifico, dove le acque superficiali sembrano indirizzarsi verso una fase di Niña, ovvero raffreddate rispetto alla norma. Questo fenomeno, che appartiene al ciclo climatico ENSO, ha ripercussioni su tutta la circolazione atmosferica globale. 2. La QBO favorevole Il secondo motivo è legato a un fenomeno meno conosciuto, ma importantissimo: la QBO (Oscillazione Quasi Biennale). Si tratta di un ciclo dei venti in stratosfera, che alterna fasi orientali e occidentali. Ebbene, nei prossimi mesi sembra che la QBO sarà in fase orientale, una configurazione che statisticamente favorisce gli indebolimenti del vortice polare. Tradotto: se il vortice polare si indebolisce, l’aria gelida non resta più “bloccata” al Polo, ma riesce a scivolare verso le medie latitudini, portando freddo intenso e nevicate anche in Europa. 3. Un vortice polare disturbato Il terzo fattore riguarda proprio lui, il vortice polare. Negli ultimi anni spesso è rimasto compatto e fortissimo, costringendo l’Europa a subire inverni noiosi e anticiclonici. Quest’anno, però, le proiezioni indicano la possibilità di un vortice più fragile e disturbato. Questo aprirebbe la strada a blocchi anticiclonici sull’Atlantico o sulla Scandinavia, configurazioni capaci di deviare il flusso zonale e di spalancare la porta a irruzioni gelide da nord ed est. E quando queste masse d’aria fredda incontrano il Mediterraneo, ricco di umidità, il risultato sono perturbazioni e nevicate anche abbondanti. Cosa aspettarci davvero? Mettere insieme questi tre ingredienti — Niña, QBO orientale e vortice polare disturbato — significa immaginare un inverno più dinamico, con maggiori occasioni di gelo e neve rispetto al recente passato. Non è detto che sarà un inverno costantemente freddo: ci saranno sicuramente pause miti, ma il potenziale per fasi rigide e nevose appare più alto del normale. Gli amanti della neve possono quindi sperare in qualche sorpresa, mentre chi teme il gelo dovrà prepararsi: l’inverno 2025/2026 potrebbe non passare inosservato. Ecco le previsioni nel dettaglio delle principali città della Puglia:
In diversi inverni del passato con Niña, le masse d’aria artiche hanno avuto più facilità a scivolare verso sud, raggiungendo anche l’Europa e il Mediterraneo. Se questo schema dovesse ripetersi, l’Italia potrebbe trovarsi più spesso sotto l’influenza di correnti fredde e instabili.