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Tra gli scenari meteorologici più affascinanti e temuti, il Burian potrebbe tornare protagonista dell’inverno 2025/26. Le ultime analisi meteo-climatiche indicano un rischio superiore alla media di ondate di gelo e nevicate diffuse sull’Italia, soprattutto tra gennaio e febbraio, a causa di una combinazione di fattori atmosferici e indici climatici favorevoli al ritorno del vento gelido proveniente dalle steppe russe.
Cos’è il Burian e perché fa così paura Il Burian, o Buran secondo la denominazione russa, è un vento gelido e secco che soffia dalle steppe siberiane verso l’Europa. Si tratta di una massa d’aria di origine continentale, estremamente fredda e pesante, che si forma quando un vasto anticiclone termico domina la Russia e l’Europa orientale. Quando quest’area di alta pressione incontra una depressione attiva sul Mediterraneo, il gradiente barico diventa così intenso da spingere verso l’Italia aria gelida e secca, spesso responsabile di ondate di freddo storico. Il Burian non è un semplice vento invernale: è un vero e proprio vettore di gelo, capace di far crollare le temperature anche di 10-15 gradi in poche ore e di portare la neve fino in pianura, specialmente al Nord e lungo il versante adriatico. Come si forma il vento gelido delle steppe Il Burian nasce dalle sterminate pianure siberiane, dove in inverno si accumulano masse d’aria gelida a causa della forte perdita di calore del suolo. La superficie terrestre, raffreddandosi rapidamente nelle lunghe notti polari, trasferisce il freddo all’aria sovrastante che diventa densa e pesante. Quando il vortice polare si indebolisce o si sposta, questa massa gelida può muoversi verso ovest, sospinta da venti orientali che accelerano attraversando gli Urali e l’Ucraina fino a raggiungere l’Europa centrale e meridionale. Una volta arrivato in Italia, il Burian cambia parzialmente le sue caratteristiche: attraversando il Mar Nero e l’Adriatico, raccoglie umidità e diventa in grado di generare nevicate diffuse anche a bassa quota. È proprio questa combinazione tra aria gelida continentale e umidità mediterranea che ha reso celebre il Burian in molti episodi storici, come quelli del 1929, 1985 e 2018, quando l’Italia fu travolta da gelo e neve per giorni. Gli effetti del Burian sull’Italia Quando il Burian arriva, le conseguenze sono immediate: temperature in picchiata, vento forte e improvvisi fenomeni nevosi. Il Nord Italia è generalmente la prima area a essere colpita, in particolare la Pianura Padana, dove l’aria fredda si incunea facilmente e ristagna, favorendo gelate estese e neve anche in pianura. Le regioni adriatiche, dall’Emilia-Romagna fino alla Puglia, sono poi le più esposte alle precipitazioni, perché l’aria gelida interagisce con l’umidità del mare, generando rovesci nevosi che possono raggiungere le coste. Anche il Centro e il Sud Italia non vengono risparmiati: in caso di Burian intenso, la neve può spingersi fino alle coste abruzzesi, molisane e lucane, mentre in Calabria e Sicilia si osservano fiocchi fino a quote collinari. Il vento accentua la sensazione di freddo: il cosiddetto “wind chill” può far percepire temperature anche inferiori di 10 gradi rispetto a quelle reali, rendendo l’ambiente gelido e disagevole. Le condizioni che favoriscono il ritorno del Burian Quest’anno le probabilità di un ritorno del Burian sull’Italia appaiono più alte rispetto alle ultime stagioni. Le analisi meteo-climatiche mostrano una possibile combinazione di fattori favorevoli: l’indebolimento del vortice polare, una probabile fase negativa dell’indice AO (Arctic Oscillation) e della NAO (North Atlantic Oscillation), e una configurazione sinottica che potrebbe bloccare le correnti atlantiche, lasciando via libera all’aria fredda continentale. Quando la AO e la NAO assumono valori negativi, il flusso zonale (ovvero la normale circolazione ovest-est) rallenta o si spezza, consentendo al freddo russo di scivolare verso sudovest. A questi elementi si aggiunge l’influenza delle temperature superficiali del mare: il Mediterraneo presenta anomalie termiche positive, cioè acque più calde della norma, che possono amplificare il contrasto termico e dunque la probabilità di nevicate abbondanti una volta che l’aria gelida interagisce con l’umidità marina. Inverno 2025/26: rischio elevato di ondate gelide Secondo le tendenze stagionali più recenti, l’inverno 2025/26 potrebbe essere più rigido e dinamico rispetto a quelli passati. Dicembre potrebbe iniziare con fasi fredde moderate, ma tra gennaio e febbraio le probabilità di ondate di gelo e Burian aumentano sensibilmente. I modelli matematici lasciano intendere che tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio potrebbe instaurarsi una configurazione “a blocco” sull’Atlantico, con conseguente discesa di masse d’aria gelida dalla Russia verso l’Europa e il Mediterraneo. In tali condizioni l’Italia sarebbe pienamente esposta a episodi di freddo intenso e nevicate diffuse, con possibili disagi per la viabilità, gelate estese e giornate di ghiaccio nelle zone interne. Si tratterebbe di un evento significativo, capace di riportare condizioni invernali che non si osservavano da diversi anni. Cosa aspettarsi e come prepararsi Il Burian non è solo un fenomeno affascinante ma anche potenzialmente pericoloso. L’arrivo improvviso di aria gelida può mettere in difficoltà trasporti, agricoltura e infrastrutture, oltre a rappresentare un rischio per la salute in caso di esposizione prolungata al freddo intenso. È quindi importante seguire con attenzione gli aggiornamenti meteo e prepararsi in anticipo: controllare gli impianti di riscaldamento, proteggere le tubature esterne, utilizzare pneumatici invernali e fare scorte di sale antigelo per le strade. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se le attuali tendenze troveranno conferma, ma già ora si può affermare che il rischio di un inverno rigido e nevoso in Italia è reale e concreto. Conclusione: l’inverno del ritorno del vento delle steppe Il Burian rappresenta uno degli eventi meteorologici più iconici del nostro clima: un vento che arriva da lontano, capace di cambiare in poche ore il volto del Paese. Quest’anno i segnali climatici indicano un possibile ritorno di questo protagonista d’altri tempi, e l’Italia potrebbe rivivere giornate di gelo, vento e neve diffuse. Non si tratta di una previsione certa, ma di una tendenza supportata da diversi indici meteoclimatici che meritano attenzione. Se le condizioni attuali dovessero mantenersi, l’inverno 2025/26 potrebbe davvero segnare il grande ritorno del Burian, riportando sull’Italia il fascino e la potenza del vento delle steppe russe. ⸻ ✍️ Articolo a cura di Redazione Meteo Puglia - analisi e tendenze meteo stagionali per l’inverno 2025/26 Ecco le previsioni nel dettaglio delle principali città della Puglia: