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Il mese di novembre continua a mostrare tutta la sua variabilità. Dopo giornate segnate da piogge e temporali alternati a pause più asciutte, il tempo sull’Italia si prepara a cambiare nuovamente. In arrivo la cosiddetta “scaldata di San Martino”, con un temporaneo rialzo termico e temperature oltre la media. Tuttavia, gli ultimi aggiornamenti dei modelli matematici indicano che qualcosa potrebbe cambiare radicalmente dopo la metà del mese, con il rischio di una discesa di aria artica verso l’Europa e forse anche verso il nostro Paese. Piogge e schiarite nella prima parte del mese Questa prima parte di novembre sta proseguendo nel segno di un autunno pienamente dinamico. Le correnti atlantiche continuano a interessare il Mediterraneo, portando piogge intermittenti, temporali sparsi e schiarite più ampie al Nord, dove le perturbazioni risultano meno organizzate. È un quadro tipico del periodo, con il flusso oceanico che alterna fasi instabili a momenti di calma relativa, mantenendo le temperature su valori generalmente in linea con le medie stagionali. Sulle regioni tirreniche e al Sud si registrano ancora rovesci, mentre al Nord prevalgono cieli più variabili e pause soleggiate. Nulla di anomalo, insomma, ma un novembre che conferma la sua doppia anima: mite e piovoso a tratti, ma capace di repentini cambi di umore. In arrivo la scaldata di San Martino Tutto sembra confermare l’arrivo della “scaldata di San Martino”, una parentesi più mite e stabile che, come tradizione vuole, tende a manifestarsi in questo periodo dell’anno. I modelli matematici indicano che a partire da martedì 11 novembre, e ancor di più nel successivo fine settimana (13-17 novembre), una rimonta anticiclonica di matrice subtropicale potrebbe interessare buona parte dell’Europa meridionale e dell’Italia. Ciò comporterà un progressivo aumento delle temperature, con valori che si porteranno oltre le medie del periodo di 3-5°C in molte regioni. In particolare, al Centro-Sud si potranno raggiungere massime fino a 20-22°C, specie lungo le coste e nelle aree interne riparate dai venti. Anche al Nord il clima sarà più mite, ma con maggiori nebbie e inversioni termiche nelle pianure, segno che l’autunno sta entrando nella sua fase più tipica. Un respiro caldo prima del possibile cambiamento Questo rialzo termico non rappresenterà però un vero e proprio ritorno dell’estate, bensì una fase di transizione. L’atmosfera, infatti, continua a mostrare grandi movimenti in quota che lasciano presagire nuovi scenari. Gli esperti sottolineano che questo periodo di stabilità e mitezza potrebbe durare solo pochi giorni, prima che l’intera circolazione emisferica subisca una nuova svolta. Le simulazioni del modello europeo ECMWF e di quello americano GFS, infatti, cominciano a suggerire un cambio di pattern nella seconda metà del mese, con il ritorno di dinamiche più invernali a partire dal 18-19 novembre. Dopo San Martino: segnali di svolta fredda Proprio attorno a queste date, alcuni run modellistici mostrano la possibilità di un blocco atlantico ben strutturato, capace di interrompere il flusso zonale (ovvero la classica circolazione da ovest verso est) e favorire la discesa di correnti fredde di origine artica verso l’Europa centro-meridionale. Una simile configurazione aprirebbe le porte a un peggioramento più marcato e, localmente, anche a un abbassamento delle temperature su valori inferiori alla media stagionale. Modelli incerti, ma segnali da non sottovalutare Al momento è importante ribadire che non esistono certezze assolute. I modelli matematici continuano ad alternare scenari differenti, con alcuni run che confermano l’irruzione fredda e altri che la ridimensionano. Tuttavia, il semplice fatto che questa possibilità continui a riemergere ciclicamente nelle proiezioni indica che l’atmosfera si sta predisponendo a un possibile cambiamento. Freddo in agguato, ma con cautela Il termine “freddo in agguato” non va interpretato come una previsione certa di gelo imminente, bensì come un campanello di allerta climatica. L’analisi delle dinamiche emisferiche mostra un vortice polare in fase di riorganizzazione, e ciò potrebbe favorire scambi meridiani più accentuati. Questo significa che l’Italia potrebbe ritrovarsi, entro fine mese, in un contesto più invernale con temperature più basse e maggior rischio di maltempo, ma solo se i blocchi anticiclonici si disporranno nella giusta posizione sull’Atlantico. Conclusione: un novembre tutto da seguire Dunque, dopo le piogge e la parentesi mite di San Martino, il mese di novembre potrebbe cambiare volto ancora una volta. Le proiezioni indicano una fase di riscaldamento transitorio, seguita da una possibile discesa di aria fredda artica nella seconda parte del mese. Non si tratta di certezze, ma di tendenze climatiche concrete, supportate dai principali centri di calcolo internazionali. Leggi anche: il temuto BURIAN, con GELO e NEVE sull'ITALIA Freddo e NEVE seconda parte di novembre? Il punto della situazione secondo l'AI Neve alla ribalta dopo metà novembre Rischio Burian già a novembre, ecco perchè ⸻ ✍️ Articolo originale a cura della Redazione Meteo Puglia – Analisi a lungo termine
Si tratterebbe di un vero cambio di passo, con la fine della fase mite e l’inizio di una tendenza più fredda e turbolenta, che potrebbe portare le prime nevicate sulle Alpi e sugli Appennini a quote via via più basse.
Quando i modelli oscillano tra due visioni opposte – una calda e una fredda – significa che il sistema atmosferico si trova in fase di equilibrio instabile, pronto a virare in una direzione precisa al minimo cambiamento delle condizioni in quota. Per questo, i meteorologi invitano a monitorare attentamente i prossimi aggiornamenti, che saranno decisivi per comprendere se e quando l’aria artica potrà davvero spingersi verso il Mediterraneo.
Come sempre, sarà fondamentale osservare l’evoluzione dei modelli nei prossimi giorni per capire se il freddo riuscirà davvero a prendere il sopravvento o se il clima mite continuerà a dominare il Mediterraneo per un po’ di tempo ancora.