Meteo: Grosse novità del Vortice Polare. Ecco quando arrivano freddo e neve


di  Redazione, 08-11-2025 ore 09:30      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Il vortice polare, uno dei principali protagonisti della stagione invernale, sembra mostrare sin dalle prime battute segnali di instabilità. I modelli climatici confermano che la sua formazione, avviata tra fine ottobre e inizio novembre, non procede in modo regolare. Questa condizione di debolezza potrebbe influire in modo decisivo sull’andamento dell’inverno 2025/26, aprendo le porte a possibili irruzioni fredde sull’Europa e forse anche sull’Italia tra la terza decade di novembre e l’inizio di dicembre.

Un vortice polare anomalo sin dall’inizio

Ogni anno, con l’avanzare dell’autunno, il vortice polare comincia a formarsi sopra l’area artica, diventando il “motore” delle grandi circolazioni atmosferiche dell’emisfero nord. In condizioni normali, tra novembre e dicembre, esso si rafforza progressivamente, stabilizzando il clima e confinando l’aria fredda alle alte latitudini. Quest’anno, tuttavia, le prime analisi mostrano un comportamento molto diverso.
Il vortice polare 2025 appare debole, disorganizzato e irregolare, con correnti atlantiche poco incisive e un flusso zonale che fatica a imporsi. Invece di “girare a mille”, come accade nei periodi in cui domina incontrastato, il vortice sembra vittima di disturbi precoci, legati a un’attività ondulatoria più vivace del previsto nella corrente a getto.

Cosa significa un vortice polare destabilizzato

Quando il vortice polare non è compatto, si verificano più facilmente scambi meridiani, ossia movimenti d’aria lungo l’asse nord-sud. In queste fasi, l’aria gelida accumulata sull’Artico può scendere verso latitudini inferiori, portando freddo e neve anche sull’Europa e talvolta sul Mediterraneo.
Un vortice indebolito, dunque, non solo riduce la forza delle correnti atlantiche, ma consente anche alle onde di Rossby di penetrare più a nord, disturbando la struttura stessa del vortice. Questo meccanismo può innescare vere e proprie pulsazioni fredde, a volte improvvise, che si manifestano in episodi di maltempo invernale anche molto intenso.
È proprio questa la dinamica che gli esperti meteorologi stanno osservando nei modelli di questi giorni, e che potrebbe avere effetti concreti tra la fine di novembre e i primi giorni di dicembre.

Le conseguenze per l’Europa e l’Italia

Al momento non ci sono certezze, ma la configurazione generale suggerisce che l’Europa centro-orientale potrebbe essere la prima a risentire di eventuali irruzioni fredde. Da lì, a seconda della posizione dei blocchi di alta pressione sull’Atlantico, l’aria artica o artico-continentale potrebbe scendere più a sud, raggiungendo il Mediterraneo e l’Italia.
Quando si attivano questi scambi d’aria, l’Italia può ritrovarsi esposta a:
    •    Cali termici repentini
    •    Venti settentrionali o nordorientali
    •    Nevicate sui rilievi e localmente a quote medio-basse
    •    Condizioni invernali anche precoci per il periodo
Le aree più sensibili a questo tipo di dinamica sono le regioni adriatiche, l’arco alpino e l’Appennino centrale, ma non è escluso che in un secondo momento il freddo possa raggiungere anche il Sud.

Grosse novità in arrivo nei modelli matematici

Proprio per effetto di questa instabilità del vortice polare, gli esperti si aspettano importanti novità nei modelli meteorologici nei prossimi giorni. È probabile che alcune emissioni inizino a delineare scenari molto più invernali, con anomalie termiche negative e potenziali ingressi di aria fredda verso l’Europa.
I modelli globali, come ECMWF e GFS, stanno già mostrando segnali di blocco atlantico in formazione, un fattore chiave che potrebbe aprire un corridoio per la discesa di masse d’aria artica verso sud. Questo tipo di evoluzione, se confermata, rappresenterebbe un vero spartiacque nella stagione, segnando la transizione definitiva tra l’autunno e l’inverno.

Quando potrebbero arrivare freddo e neve

Secondo le proiezioni più recenti, un periodo di riferimento per un primo vero cambiamento significativo potrebbe collocarsi tra il 20 novembre e la fine del mese. In questo intervallo, si potrebbero verificare le prime discese fredde più marcate, con un impatto maggiore sull’Europa orientale e, a seguire, su parte dell’Italia.
Non si può ancora parlare di gelo o Burian, ma le condizioni bariche di fondo sembrano orientarsi verso una maggiore instabilità e un raffreddamento progressivo. D’altronde, il fatto che il vortice polare non riesca a compattarsi del tutto è un segnale forte: significa che le correnti fredde restano “a spasso” e pronte a muoversi verso sud alla prima occasione utile.

Un segnale da non sottovalutare

La meteorologia non è fatta di certezze, ma di tendenze e segnali. E quello che il vortice polare sta mandando in questi giorni non può essere ignorato. Un inizio così debole è spesso correlato a un inverno più dinamico, con fasi fredde alternate a momenti più miti, ma anche con episodi invernali precoci o intensi.
Naturalmente, ogni scenario va confermato dai prossimi aggiornamenti dei modelli, che potranno dirci se la tendenza verso una fine di novembre più fredda e movimentata troverà conferme o verrà ridimensionata.

Conclusione: l’inverno bussa in anticipo?

Le condizioni attuali dell’atmosfera sembrano suggerire che qualcosa si stia muovendo a livello emisferico. Il vortice polare, in affanno già dal suo principio, potrebbe condizionare non solo la seconda parte di novembre ma anche l’avvio del prossimo inverno.
Sarà fondamentale monitorare i prossimi run dei modelli matematici, perché da un giorno all’altro potrebbero emergere segnali più concreti di freddo e neve in arrivo sull’Italia.
Per ora resta un quadro in evoluzione, ma con una certezza: il vortice polare sta già mostrando di non essere in piena forma. E quando questo accade, l’Europa deve aspettarsi un inverno tutt’altro che banale.

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✍️ Articolo originale a cura della Redazione Meteo Puglia – Tendenze a lungo termine




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