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Il mese di novembre 2025 si prepara a mostrare ancora una volta la sua doppia faccia. Nei prossimi giorni, infatti, una massa d’aria calda di origine subtropicale tenderà a risalire verso il Mediterraneo centrale, portando un aumento delle temperature soprattutto sulle regioni tirreniche, la Sardegna e la Sicilia. Tuttavia, dietro questa parentesi mite e piacevole, potrebbe già nascondersi un ribaltamento dello scenario: entro fine mese, i modelli iniziano a intravedere la possibilità di una decisa svolta invernale con l’arrivo dell’aria fredda dall’Artico. Una nuova risalita calda in vista L’autunno prosegue tra contrasti termici e cambi di circolazione, e l’Italia non farà eccezione. Dopo una prima parte di novembre segnata da fasi instabili e piovose alternate a momenti più tranquilli, le prossime giornate vedranno il ritorno di un promontorio anticiclonico subtropicale, responsabile di una risalita di aria più calda da ovest e sud-ovest. Le aree più coinvolte e il periodo interessato L’aumento delle temperature si farà sentire in modo più evidente tra l’11 e il 16 novembre, cioè attorno alla cosiddetta “estate di San Martino” e nei giorni immediatamente successivi. Un caldo temporaneo: l’atmosfera prepara il colpo di scena Nonostante questa parentesi dal sapore quasi primaverile, gli occhi dei meteorologi restano puntati sulla seconda parte del mese, quando la configurazione emisferica potrebbe cambiare rapidamente. La possibile “zampata dell’orso polare” Il termine “zampata dell’orso polare” viene usato per indicare una discesa diretta di aria fredda di origine artica o artico-continentale, capace di abbassare rapidamente le temperature e di portare un assaggio d’inverno vero e proprio. Nessuna certezza, ma i segnali sono chiari Come sempre in meteorologia, le certezze assolute non esistono, soprattutto quando si parla di tendenze oltre i 10-12 giorni. Tuttavia, i segnali attuali appaiono coerenti: Conclusione: novembre pronto a stupire Dunque, dopo la scaldata di San Martino e i giorni più miti in arrivo, novembre potrebbe mostrare il suo volto più autentico, quello freddo e dinamico, già prima di entrare nell’inverno meteorologico. Leggi anche: il temuto BURIAN, con GELO e NEVE sull'ITALIA Freddo e NEVE seconda parte di novembre? Il punto della situazione secondo l'AI Neve alla ribalta dopo metà novembre Rischio Burian già a novembre, ecco perchè ⸻ ✍️ Articolo originale a cura della Redazione Meteo Puglia – Analisi a medio/lungo termine
L’origine di questo movimento è legata a una distensione dell’aria fredda sull’Artico, che tenderà temporaneamente a puntare verso l’Atlantico settentrionale. Quando l’aria fredda scivola in quella direzione, la risposta naturale dell’atmosfera è la spinta di aria calda verso il Mediterraneo, creando un effetto di compensazione barica. Questo meccanismo porterà ad un aumento termico generalizzato, con valori sopra la media stagionale di 3-5°C in molte regioni.
Le zone maggiormente interessate saranno:
• Sardegna e Sicilia, dove si potranno toccare punte di 22-24°C nelle ore centrali
• Regioni tirreniche, con valori fino a 20-22°C e clima più asciutto
• Sud e Isole maggiori, che beneficeranno di cieli sereni e venti deboli meridionali
Al Nord invece il rialzo sarà più contenuto a causa delle inversioni termiche e delle nebbie in pianura, ma le temperature si manterranno comunque miti per il periodo.
Le ultime simulazioni dei modelli globali mostrano un progressivo indebolimento del vortice polare e un aumento delle ondulazioni della corrente a getto. Questo tipo di dinamica, se confermata, può generare un blocco atlantico: una situazione in cui l’alta pressione si estende verso le Isole Britanniche e l’Atlantico settentrionale, impedendo il normale flusso delle correnti da ovest e favorendo la discesa di masse d’aria artica verso l’Europa meridionale.
Quando si verifica questo schema, il Mediterraneo torna protagonista di fasi fredde e instabili, spesso accompagnate da piogge e, nei casi più estremi, dalle prime nevicate anche a quote basse.
Al momento, diversi modelli, tra cui l’europeo ECMWF e l’americano GFS, suggeriscono la possibilità che una di queste irruzioni fredde possa concretizzarsi tra il 20 e il 30 novembre, con i primi effetti sull’Europa centro-orientale e successivamente anche sull’Italia.
Le regioni più esposte a eventuali afflussi freddi sarebbero:
• Le aree adriatiche e il Sud, dove le correnti da nord-est tendono a scaricare aria più fredda e instabile
• Le Alpi e gli Appennini, con rischio neve in calo di quota
• Il Nord Italia, che potrebbe vedere un calo termico sensibile, pur con fenomeni più irregolari
Non si parla ancora di gelo, ma di un potenziale primo affondo invernale che potrebbe chiudere il mese con un’impronta decisamente diversa da quella mite della prima metà.
• Risalita calda confermata nella prima metà di novembre
• Cambio di pattern possibile dopo il 18-20 del mese
• Vortice polare debole, segnale di potenziali discese fredde a medio termine
La variabilità emisferica è elevata, e bastano piccoli spostamenti dei centri di alta e bassa pressione per modificare radicalmente la situazione. È per questo che gli esperti invitano alla prudenza, ma allo stesso tempo riconoscono la possibilità reale di un cambio stagionale improvviso nella terza decade del mese.
Non si tratta di un annuncio di gelo imminente, ma di una tendenza chiara: l’atmosfera sta preparando un nuovo cambio di rotta, e dietro la calma apparente si nasconde la possibilità di un colpo di scena.
Freddo e neve potrebbero tornare alla ribalta tra la terza decade di novembre e l’inizio di dicembre, in linea con i primi segnali provenienti dal vortice polare.
Per ora, godiamoci qualche giorno di mitezza, ma con lo sguardo già rivolto al Nord, dove l’orso polare potrebbe essere pronto a muovere la sua zampata.