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Il mese di novembre si sta rivelando tutt’altro che monotono. Dopo una fase iniziale caratterizzata da temperature spesso nella media e in alcuni momenti persino superiori, le ultime analisi meteorologiche suggeriscono che qualcosa di importante potrebbe cambiare entro la fine del mese. I modelli e gli indici teleconnettivi iniziano a convergere verso un possibile cambio di regime circolatorio tra il 23 e il 30 novembre, quando l’inverno potrebbe bussare alla porta d’Europa e dell’Italia con le prime vere irruzioni fredde. Novembre prosegue con temperature miti e alternanza di fasi La prima metà di novembre si è distinta per una certa variabilità meteorologica, ma nel complesso le temperature si sono mantenute prossime o leggermente superiori alla media stagionale. Le cause vanno ricercate in correnti miti sud-occidentali, che hanno spesso raggiunto il Mediterraneo portando aria più temperata, nubi irregolari e precipitazioni sparse. I segnali del cambiamento: gli indici teleconnettivi La chiave di lettura del possibile cambio di scenario arriva proprio dagli indici teleconnettivi, ovvero quei parametri atmosferici e oceanici che influenzano le grandi dinamiche del clima emisferico. Blocchi atlantici in formazione: cosa significa I blocchi atlantici rappresentano una configurazione barica in cui l’alta pressione tende a posizionarsi sull’Oceano Atlantico o tra le Isole Britanniche e la Scandinavia. Questa disposizione ostacola il flusso zonale (cioè il normale scorrere delle correnti da ovest verso est) e permette l’ingresso di aria fredda da nord o da nord-est. Freddo e neve in vista? Ecco la tendenza Stabilire oggi con precisione quanto sarà intensa o quali regioni saranno coinvolte è prematuro, ma gli scenari freddi non mancano nei principali modelli previsionali. Una finestra temporale da monitorare Il periodo compreso tra il 23 e il 30 novembre rappresenta quindi la finestra meteorologica più probabile per un cambiamento sostanziale del tempo. Inverno alle porte? Le prospettive Tutti i principali centri di analisi concordano nel definire il vortice polare di quest’anno più debole del normale, condizione che tende a favorire scambi meridiani più frequenti e quindi episodi freddi più precoci. Conclusione: il conto alla rovescia per l’inverno è iniziato In sintesi, novembre sembra destinato a chiudersi con un cambio di passo deciso. Leggi anche: il temuto BURIAN, con GELO e NEVE sull'ITALIA Freddo e NEVE seconda parte di novembre? Il punto della situazione secondo l'AI Neve alla ribalta dopo metà novembre Rischio Burian già a novembre, ecco perchè ⸻ ✍️ Articolo originale a cura della Redazione Meteo Puglia – Tendenze a lungo termine
Sulle regioni tirreniche e al Nord il clima è stato a tratti instabile, con rovesci di passaggio e giornate grigie, mentre al Sud e sulle Isole Maggiori si sono alternate fasi più soleggiate. Nulla di anomalo, dunque, per un mese di novembre che fino ad ora ha mostrato un volto pienamente autunnale, sebbene senza particolari eccessi di freddo. Tuttavia, gli esperti avvertono: la situazione potrebbe cambiare bruscamente entro la fine del mese.
Tra i principali, il comportamento della NAO (North Atlantic Oscillation) e dell’AO (Arctic Oscillation) gioca un ruolo fondamentale.
Le ultime proiezioni mostrano una tendenza verso una fase negativa di entrambi gli indici, segnale che spesso coincide con l’indebolimento del vortice polare e con la formazione di blocchi anticiclonici sull’Atlantico.
Un simile contesto favorisce scambi meridiani: masse d’aria fredde possono scendere dall’Artico verso l’Europa centrale e il Mediterraneo, portando con sé un raffreddamento progressivo e, potenzialmente, le prime nevicate anche a quote più basse.
Quando questo accade, il Mediterraneo diventa terreno di scontro tra le correnti fredde settentrionali e l’aria più umida in risalita, generando situazioni di maltempo a tratti anche invernali.
Secondo le ultime analisi, un primo tentativo di blocco atlantico potrebbe prendere forma proprio nella terza decade del mese, ossia tra il 23 e il 30 novembre. Si tratta di una finestra temporale molto interessante, che potrebbe segnare l’avvio del vero inverno meteorologico in anticipo rispetto al calendario.
Il modello europeo ECMWF, così come quello americano GFS, mostrano in più di un run la possibilità di correnti fredde artico-marittime o artico-continentali in discesa verso l’Europa centrale e orientale.
L’Italia potrebbe quindi trovarsi sul bordo meridionale di questo flusso freddo, con la possibilità che le correnti più gelide riescano a raggiungere anche il nostro Paese, portando un calo termico marcato e le prime nevicate fino a quote medio-basse sugli Appennini e sulle Alpi.
Non si tratta ancora di un evento certo, ma la convergenza dei modelli su un cambio circolatorio freddo è un segnale che gli esperti considerano degno di attenzione.
Non significa che in quei giorni arriveranno automaticamente freddo e neve, ma che il pattern atmosferico potrebbe virare in modo deciso verso un regime più invernale.
In meteorologia, i grandi cambiamenti di circolazione spesso richiedono diversi giorni per manifestarsi completamente, ma è proprio in questa fase che si gettano le basi per il clima dei mesi successivi. Se i blocchi atlantici dovessero consolidarsi, l’Europa potrebbe vivere un finale di novembre e un inizio dicembre molto più freddi e instabili.
Non possiamo ancora parlare di “grandi ondate di gelo”, ma i presupposti per un inizio d’inverno dinamico e potenzialmente nevoso ci sono tutti.
Le regioni adriatiche e quelle del Sud, più esposte alle correnti da nord-est, potrebbero essere tra le prime a risentire del cambio, ma anche il Centro-Nord non resterà escluso, specie se si svilupperanno ciclogenesi mediterranee capaci di richiamare umidità e creare contrasti termici.
Le ultime due settimane del mese saranno cruciali per capire se davvero l’inverno farà la sua comparsa in anticipo, portando freddo e neve sull’Europa e forse anche sull’Italia.
Non ci sono certezze, ma la tendenza è chiara: il regime atmosferico sta cambiando e l’aria fredda potrebbe presto diventare protagonista.
Restano quindi confermati i giorni compresi tra il 23 e il 30 novembre come periodo di riferimento per l’avvio di una fase più invernale, che merita di essere seguita con attenzione nei prossimi aggiornamenti.