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Le ultime proiezioni meteorologiche per l’inverno 2025/26 iniziano a mostrare segnali chiari: dicembre potrebbe inaugurare la stagione con freddo intenso e neve anche a bassa quota. Diversi modelli a lungo termine ipotizzano un anticiclone russo-siberiano molto forte e persistente, pronto a spingere verso l’Europa masse d’aria gelide capaci di raggiungere anche il Centro-Sud italiano. Se le tendenze venissero confermate, potremmo trovarci davanti a un dicembre ben più invernale del normale, forse persino con un Natale imbiancato. L’inverno meteorologico parte il 1° dicembre: e potrebbe farlo in grande stile L’inverno meteorologico entra ufficialmente in vigore il 1° dicembre, ma quest’anno la stagione fredda potrebbe arrivare con un anticipo sorprendente e con una decisione rara. Le analisi dei principali centri previsionali mostrano una tendenza quasi comune: il mese di dicembre 2025 potrebbe iniziare con una circolazione fredda e nevosa, soprattutto per il Centro-Sud e per le regioni esposte ai venti dai quadranti orientali. Correnti gelide dalla Russia: l’Europa nel mirino Tra gli elementi più rilevanti delle proiezioni c’è l’ipotesi di un afflusso di correnti molto fredde di origine russa, in grado di superare i Balcani e puntare verso il Mediterraneo. Il ruolo chiave del Vortice Polare: un inverno subito aggressivo Un altro elemento che lascia presagire un dicembre severo è il comportamento del Vortice Polare, che fin dall’inizio della stagione sembra mostrare segni di debolezza e instabilità. L’anticiclone russo che si rafforza e quello siberiano che avanza Le proiezioni più interessanti riguardano la possibile formazione di un anticiclone russo molto robusto, capace di stabilizzarsi per più settimane. Neve al Centro-Sud: possibile e anche precoce Tra gli effetti più rilevanti dell’anticiclone russo-siberiano c’è la possibilità di vedere la neve fino alle pianure del Centro-Sud, con particolare attenzione alle regioni adriatiche. Dicembre sotto il dominio del freddo: l’ipotesi del “Natale bianco” Se il blocco russo-siberiano dovesse realmente persistere per tutta la prima metà di dicembre, le conseguenze potrebbero estendersi anche nella seconda parte del mese. Conclusioni: un dicembre potenzialmente rigido e pienamente invernale La tendenza evidenziata dai modelli lascia pochissimi dubbi: il mese di dicembre potrebbe aprirsi con un’impronta fortemente invernale. LEGGI ANCHE: NEVE in PIANURA sull'ITALIA, colpita anche la PUGLIA VORTICE POLARE in FRANTUMI a fine NOVEMBRE e inizio DICEMBRE Quando arriva la NEVE al Centro-Sud? Gelo a DICEMBRE? ⸻ ✍️ Articolo originale a cura della Redazione Meteo Puglia – Analisi invernali 2025/26, mese di dicembre
Questo scenario non nasce dal nulla, ma è la diretta conseguenza di ciò che sta accadendo e continuerà ad accadere sulla Russia, dove si sta accumulando una massa d’aria gelida particolarmente estesa. Tale accumulo precoce è uno degli elementi più importanti nel determinare la futura circolazione dell’emisfero.
Secondo diversi modelli a lungo termine, tra cui quelli americani e parte delle estensioni europee, l’Italia potrebbe essere coinvolta in modo più diretto rispetto agli anni precedenti, con il rischio di neve non solo sulle aree interne appenniniche ma addirittura fino alle pianure del Centro-Sud, soprattutto lungo il lato adriatico.
Abruzzo, Molise e Puglia sarebbero tra le regioni maggiormente esposte a una possibile irruzione gelida dal quadrante nord-orientale durante la prima metà del mese.
Un Vortice Polare disturbato tende a frammentarsi facilmente, permettendo alle onde planetarie di propagarsi verso il Polo e innescare discese fredde verso le medie latitudini. Quando questo accade, le westerlies – le correnti miti e umide da ovest – non riescono a imporsi con forza sull’Europa, aprendo spazio a correnti più fredde di origine continentale.
È proprio questo tipo di configurazione che potrebbe caratterizzare dicembre: una Europa orientale sotto scacco del gelo, con possibilità che le masse d’aria fredda si estendano verso l’Italia.
Quando l’aria fredda si accumula sulla Russia occidentale, spesso si crea una struttura anticiclonica molto forte e tenace che impedisce il passaggio delle correnti da ovest e dirige l’aria gelida verso sud e sud-ovest.
In questo caso, l’anticiclone russo potrebbe addirittura fondersi gradualmente con quello siberiano, dando luogo a un blocco termico imponente e duraturo.
Una configurazione del genere rappresenta uno dei meccanismi più potenti per inviare masse d’aria gelida verso l’Europa e, in casi particolari, anche verso l’Italia.
Se dovesse verificarsi, l’intero mese di dicembre potrebbe risultare freddo, dinamico e ripetutamente nevoso, soprattutto nelle regioni esposte ai venti orientali.
Puglia, Molise, Abruzzo e Marche potrebbero essere le prime regioni meridionali a sperimentare nevicate a quote molto basse, a tratti fino al piano, durante le irruzioni più intense.
La Puglia, in particolare, potrebbe essere coinvolta in modo diretto se il flusso gelido provenisse dai Balcani, con neve possibile su:
• Gargano
• Sub-Appennino Dauno
• Tavoliere
• Alta Murgia
• interno barese
Un inizio inverno così dinamico non si vede spesso, ma non rappresenterebbe un evento imprevedibile: condizioni simili si sono verificate nel passato, anche se raramente in forma così precoce.
È ancora presto per dirlo con certezza, ma non è escluso che un Natale freddo e potenzialmente nevoso possa diventare una possibilità concreta, soprattutto per le regioni centro-meridionali adriatiche.
Molto dipenderà da eventuali ulteriori irruzioni gelide, dalla solidità dell’anticiclone russo e dal comportamento del Vortice Polare in stratosfera.
Il mix tra:
• Vortice Polare disturbato,
• aria gelida accumulata sulla Russia,
• blocco atlantico debole,
• anticiclone russo-siberiano persistente,
rappresenta una delle configurazioni più favorevoli a un inverno precoce, intenso e nevoso.
È presto per parlare di dettagli, ma se le tendenze venissero confermate, il dicembre 2025 potrebbe essere uno dei più freddi degli ultimi anni, con la concreta possibilità di vedere neve precoce al Centro-Sud.
Nei prossimi aggiornamenti analizzeremo nel dettaglio l’evoluzione, monitorando i segnali che continueranno ad arrivare dalla Russia e dalla stratosfera.