Neve al Sud? Arriverà il momento della pianura. Gelo russo, ecco quando


di  Redazione, 25-11-2025 ore 09:30      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Le ultime proiezioni a lungo termine mostrano un possibile ribaltamento della circolazione atmosferica nella prima metà di dicembre. Dopo una lunga fase dinamica ma senza particolari episodi invernali al Sud, i modelli intravedono la possibilità di uno scenario completamente diverso: gelo russo in movimento verso l’Europa e neve fin sulle pianure meridionali. Una tendenza ancora da confermare, ma che merita attenzione.

Una dinamica complessa: tutto parte dal Canadian Warming

Negli ultimi giorni si è molto parlato del Canadian Warming, un riscaldamento stratosferico avvenuto sopra il settore canadese del vortice polare. A differenza dei più famosi riscaldamenti siberiani, è noto che i Canadian Warming non hanno quasi mai un impatto diretto e immediato sull’Europa in termini di freddo.
Quando il riscaldamento riguarda il lato canadese del vortice, infatti, si genera spesso una fase in cui le westerlies, i venti occidentali che scorrono dall’America verso l’Atlantico, tenderanno a rinforzare. Questo significa solitamente una maggiore difficoltà nel far scivolare verso l’Europa masse d’aria molto fredde.
Tuttavia, la meteorologia insegna che queste dinamiche non si esauriscono nell’immediato. Anzi, proprio il rinforzo delle correnti occidentali genera una sorta di “attrito” nel sistema, che a lungo andare può sfociare in un’improvvisa frenata zonale. Ed è proprio questa la fase che i modelli stanno iniziando a intravedere.

La possibile frenata zonale: quando il freddo trova la strada

Secondo diversi aggiornamenti dei modelli climatici a lunga scadenza, la corrente a getto potrebbe subire un rallentamento netto nella prima metà di dicembre. Questo rallentamento, generato da un’ondulazione più marcata delle onde planetarie, darebbe modo all’aria fredda continentale di prendere una traiettoria più meridiana, scivolando verso l’Europa centro-orientale.
Gli scenari più interessanti si collocano in una finestra temporale ben precisa:
    •    tra il 7/8 dicembre come fase di avvio del possibile cambio circolatorio;
    •    tra il 15/16 dicembre come momento clou in cui il gelo russo potrebbe trovare una strada più diretta verso il Mediterraneo.
Naturalmente, a questa distanza temporale è impossibile definire i dettagli, ma la dinamica individuata dagli ensemble appare degna di nota.

L’aria russa: cosa potrebbe accadere al Sud Italia

Nel caso in cui il rallentamento zonale venisse confermato, il freddo russo avrebbe la possibilità di raggiungere l’Europa occidentale attraverso un canale privilegiato: quello balcanico.
Questo tipo di configurazione, spesso associata a blocchi atlantici solidi e ben piazzati, crea una condizione ideale affinché le correnti gelide continentali possano puntare dritto verso il Sud Italia.
In tali situazioni, l’ingresso dell’aria fredda è spesso rapido, secco inizialmente, ma potenzialmente nevoso nel momento in cui incontra la risposta umida del Mediterraneo.
Secondo queste prime tendenze, è proprio in questo scenario che potrebbe verificarsi una nevicata in pianura al Sud, qualcosa che negli ultimi dieci anni è diventato sempre più raro, ma non impossibile.

Le regioni potenzialmente coinvolte

Sulla base dei modelli attuali, lo scenario ipotizzato potrebbe favorire le seguenti aree:
    •    Molise, tradizionalmente la più esposta alle irruzioni da nord-est;
    •    Puglia, soprattutto Tavoliere, Gargano e zone adriatiche;
    •    Basilicata, con possibili estensioni fino ai fondovalle e alle città interne;
    •    Campania, specie la fascia casertana e le aree più esposte ai venti orientali;
    •    Calabria settentrionale, che in passato ha già beneficiato di nevicate a bassa quota con configurazioni simili.
Naturalmente si tratta di una proiezione di massima, ma diversi run dei modelli matematici mostrano la stessa tendenza: se si aprirà il canale russo, il Sud potrebbe entrare in gioco in modo sorprendente.

Perché la neve in pianura è possibile

L’ingresso di aria russa è molto diverso da quello dell’aria artica marittima. La prima è estremamente secca, gelida e pesante, capace di far crollare le temperature al suolo anche in poche ore.
Quando questa massa d’aria si riversa sull’Adriatico e poi sul Sud Italia, basta una modesta perturbazione o un semplice contributo di umidità mediterranea per generare neve fino in pianura.
Condizioni chiave per riuscirci:
    •    geopotenziali bassi,
    •    isoterme a 850 hPa tra -4°C e -8°C,
    •    suolo libero da rimonte calde precedenti,
    •    ventilazione da NE o E con persistenza.
Secondo alcune ensemble, proprio durante la finestra 8–16 dicembre, tali parametri potrebbero combaciare.

Una tendenza da monitorare con molta attenzione

Come sempre quando si parla di lungo termine, la prudenza è fondamentale. Tuttavia, non tutte le proiezioni a lunga distanza meritano attenzione: questa sì, perché sostiene una dinamica coerente e già vista in passato.
Siamo ancora lontani dalla certezza, ma i segnali ci sono. E questa possibilità potrebbe trasformarsi in una delle prime sorprese invernali dell’anno, specialmente per le regioni che solitamente risultano meno favorite nelle prime fasi della stagione.

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✍️ Articolo originale a cura della Redazione Meteo Puglia – Tendenze e analisi a lunga distanza




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