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Le prime tendenze previsionali per il periodo dell’Immacolata iniziano a mostrare segnali interessanti. Dopo una fase movimentata ma non particolarmente fredda, alcuni modelli suggeriscono l’arrivo di un possibile cambio circolatorio: blocco atlantico, irruzioni fredde da est e rischio neve per diverse regioni italiane. Una dinamica ancora da confermare, ma che merita grande attenzione. Un avvicinamento all’Immacolata tutt’altro che monotono Le giornate che ci separano dall’8 dicembre non trascorreranno sotto un clima stabile o monotono. Al contrario, la tendenza parla di un periodo dinamico, caratterizzato da alternanza di piogge, schiarite e prime nevicate in montagna. Perché difficilmente farà freddo prima dell’Immacolata L’accelerazione delle westerlies – una sorta di getto di vento in uscita dal continente americano – rende molto complesso l’ingresso di masse d’aria fredde nel Mediterraneo. Ma qualcosa potrebbe cambiare: segnali di inversione dopo il 7-8 dicembre Ed è proprio qui che arrivano le prime grosse novità. Diversi modelli matematici – tra cui ECMWF e GFS in alcuni run – cominciano a mostrare la possibilità che proprio intorno ai giorni dell’Immacolata si verifichi un indebolimento della circolazione occidentale. Il gelo dalla Russia: lo scenario che prende forma Quando un blocco atlantico si posiziona nel modo giusto, la risposta atmosferica più comune è una discesa meridiana di aria gelida da est. Quali regioni italiane sarebbero più coinvolte Lo scenario più probabile – sempre con le dovute cautele – vede un coinvolgimento soprattutto delle regioni adriatiche e meridionali. Quanto è affidabile questa tendenza? Siamo naturalmente in un territorio ancora molto incerto. Le previsioni a lunga distanza non vanno prese come certezze, ma come possibili scenari. Possibile finestra fredda: l’Immacolata o i giorni subito successivi La tendenza più logica, alla luce dei dati disponibili, colloca il periodo a rischio freddo e neve tra: 👉 LINK: MODELLO WRF-LAM METEOPUGLIA LEGGI ANCHE: Quando arriva la NEVE al Centro-Sud? Gelo a DICEMBRE? NEVE su ABRUZZO, MOLISE, BASILICATA e PUGLIA, ECCO quando sarà possibile ⸻ ✍️ Articolo originale a cura della Redazione Meteo Puglia – Tendenze e analisi a lungo termine
Le temperature si manterranno in linea con la media climatologica, senza particolari eccessi né verso il freddo né verso il caldo.
Il motivo è legato al momentaneo rinforzo delle westerlies, cioè le correnti atlantiche che scorrono da ovest verso est e che, in questa fase, tenderanno ad allungarsi verso l’Europa, mantenendo un assetto piuttosto mobile ma non invernale.
Questo flusso zonale intenso tende infatti a:
• spingere continuamente perturbazioni atlantiche verso l’Europa occidentale;
• impedire la formazione di blocchi stabili;
• mantenere lontane le correnti gelide di origine russa.
Di conseguenza, prima dell’Immacolata è improbabile assistere a una vera ondata di freddo, se non a brevi rinfrescate.
Questo potrebbe favorire la comparsa del tanto atteso blocco atlantico, cioè una poderosa espansione anticiclonica verso il Regno Unito e l’Islanda.
Una simile struttura, se confermata, spalancherebbe un corridoio ideale per l’arrivo di aria molto fredda dalla Russia verso l’Europa centrale e sud-orientale.
Secondo le prime simulazioni, questo rischio non è affatto remoto nella fase immediatamente successiva all’Immacolata.
La Russia dispone già di un buon serbatoio di aria fredda e, se dovesse essere attivato il canale balcanico, il gelo potrebbe dirigersi verso:
• Europa orientale;
• Balcani;
• Italia centro-meridionale, in particolare il lato adriatico.
Sarebbe uno schema tipico delle irruzioni fredde pre-invernali che, quando ben instradate, riescono a far scendere temperature molto rigide fin sullo Stivale.
In caso di irruzione continentale, le aree più esposte sarebbero:
• Marche e Abruzzo, dove il gelo arriverebbe per primi;
• Molise, spesso colpito da queste situazioni;
• Puglia, soprattutto Gargano, Tavoliere e Murge;
• Basilicata, con possibili nevicate fino a quote molto basse;
• Campania interna, specie nel settore casertano e beneventano.
La neve potrebbe arrivare anche in pianura nelle regioni citate, ma molto dipenderà dall’intensità del flusso e dalla presenza di eventuali minimi depressionari sul Tirreno o sull’Adriatico.
Ciò che colpisce, però, è la ricorrenza di segnali convergenti:
• alcuni modelli propongono blocchi atlantici robusti;
• la Russia mantiene un serbatoio di aria gelida in crescita;
• le dinamiche emisferiche mostrano prime crepe nel flusso zonale.
Questo non garantisce neve e gelo all’Immacolata, ma crea un contesto nel quale tutto può succedere.
• 7/8 dicembre, come fase possibile di avvio;
• 10/14 dicembre, come fase potenzialmente più incisiva.
Un lasso temporale ampio, ma compatibile con le dinamiche atmosferiche previste.
Se lo scenario venisse confermato, potremmo assistere a un avvio d’inverno molto precoce e sorprendente, soprattutto per il Centro-Sud.