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Le ultime proiezioni del CFSv2, il modello climatico americano a lunghissimo termine, continuano a sorprendere. Alcuni run mostrano un dicembre particolarmente rigido, con scenari di freddo intenso e neve diffusa su gran parte dell’Europa. L’Italia potrebbe rientrare in pieno in questo disegno invernale: ecco perché. Un dicembre che potrebbe prendere una piega molto diversa dal solito Il mese di dicembre, da anni spesso contraddistinto da fasi miti e da un Natale più autunnale che invernale, potrebbe cambiare registro secondo le simulazioni del modello CFSv2. Si tratta di un modello sperimentale, non infallibile, ma prezioso per l’individuazione delle tendenze emisferiche a lungo termine. E ciò che sta emergendo non passa affatto inosservato: molte emissioni presentano un’Europa immersa in un vasto lago gelido, con anomalie termiche fortemente negative e con la possibilità di frequenti scorrimenti nevosi. Il ruolo delle onde planetarie: Pacifico e Atlantico in sincronia A rendere credibili questi scenari è la possibile interazione tra le due grandi onde planetarie che governano parte della circolazione atmosferica emisferica: Blocchi atlantici e retrogressioni: la via preferenziale del gelo Quando i blocchi atlantici si posizionano in modo strategico, spesso tra Regno Unito, Islanda e Scandinavia, l’aria fredda della Russia trova un’autostrada naturale per muoversi verso ovest, dando vita alle cosiddette retrogressioni artico-continentali. L’Europa nella morsa del gelo: anomalie termiche impressionanti Le mappe proiettate dal CFSv2 sono eloquenti: gran parte dell’Europa centrale e orientale sarebbe coinvolta da anomalie di temperatura negative molto marcate, in alcuni casi fino a -4/-6°C rispetto alla media trentennale. E l’Italia? Freddo, gelo e scenari nevosi anche da noi Secondo il modello, l’Italia sarebbe tutt’altro che ai margini. L’esposizione del nostro Paese, soprattutto delle regioni adriatiche e del Sud, agli afflussi da est renderebbe probabile un coinvolgimento diretto in caso di retrogressione. Il Vortice Polare sotto stress: un dicembre di continui disturbi Un altro elemento che rafforza questa ipotesi è la struttura del Vortice Polare, che secondo le elaborazioni del modello appare disturbata, non compatta e soggetta a continui attacchi delle onde planetarie. Un Natale bianco? Impossibile esserne certi, ma le premesse ci sono Parlare di un Natale bianco oggi sarebbe prematuro: la distanza temporale è ancora troppo grande. Tuttavia, se consideriamo l’impianto generale proposto dal modello americano, dicembre avrebbe tutte le carte in regola per proporre una vera fase invernale. Conclusioni: prudenza, ma segnali da monitorare con grande attenzione Il CFSv2 non è una previsione puntuale, ma una tendenza climatica. Eppure, la ripetitività degli scenari freddi e la coerenza tra alcune dinamiche emisferiche rendono questa possibilità tutt’altro che fantasiosa. 👉 LINK: MODELLO WRF-LAM METEOPUGLIA LEGGI ANCHE: Quando arriva la NEVE al Centro-Sud? Gelo a DICEMBRE? NEVE su ABRUZZO, MOLISE, BASILICATA e PUGLIA, ECCO quando sarà possibile IMMACOLATA con la NEVE? Ecco le proiezioni Ecco un RUN di CFSv2 in cui si vede la predominanza del freddo verso Europa ed Italia ⸻ ✍️ Autore: redazione Meteo Puglia – analisi meteo a lungo termine
• l’onda pacifica, responsabile delle ondulazioni che si propagano dall’Oceano Pacifico verso il Nord America;
• l’onda atlantica, che influenza la struttura dell’anticiclone delle Azzorre e le sue espansioni verso nord.
Secondo il CFSv2, dicembre vedrebbe un “dialogo” particolarmente efficace fra queste due onde, che faciliterebbero la costruzione di blocchi atlantici potenti e persistenti. Non un semplice anticiclone, ma una vera e propria barriera capace di interrompere la corsa delle westerlies, le correnti occidentali che spesso impediscono l’arrivo di irruzioni fredde verso l’Europa meridionale.
Ed è proprio questo il pattern che il CFSv2 sta disegnando con una certa insistenza: un anticiclone in sollevamento verso il Nord Atlantico, un vortice polare disturbato e spinto verso l’Eurasia, e una massa d’aria fredda pronta a muoversi retrogradando lungo i Balcani fino a raggiungere anche l’Italia.
Un segnale che, se confermato, indicherebbe una struttura invernale solida e persistente, ben diversa dagli episodi brevi e inconsistenti osservati in alcuni degli inverni più recenti.
A dicembre, inoltre, la neve diventa un elemento fondamentale: l’accumulo nevoso orientale contribuisce a raffreddare ulteriormente le masse d’aria, favorendo successive irruzioni gelide verso l’Europa meridionale.
Le regioni maggiormente interessate, in un quadro simile, sarebbero:
• Abruzzo, Molise e Puglia, spesso in prima linea nelle irruzioni continentali;
• Basilicata e Calabria, dove la neve potrebbe raggiungere facilmente quote collinari;
• Nord Italia, con possibilità di neve in pianura se il freddo fosse sufficiente e se si generassero minimi secondari sul Tirreno.
In generale, il CFSv2 lascia intendere un mese di dicembre più rigido della norma su tutta la Penisola, con diverse occasioni per nevicate diffuse. Ovviamente non è una certezza, ma il segnale è forte e ripetuto.
Quando il vortice non gira “a mille”, aumenta la probabilità di:
• scambi meridiani intensi,
• irruzioni fredde profonde,
• blocchi atlantici persistenti.
Tutti ingredienti che si ritrovano nello scenario disegnato dal CFSv2.
E quando dicembre si presenta freddo e dinamico, le probabilità di un Natale con neve — soprattutto al Centro-Sud e nelle regioni adriatiche — aumentano sensibilmente.
Se i blocchi atlantici si realizzeranno davvero, il gelo russo potrebbe trovare strada libera verso l’Europa e l’Italia, trasformando dicembre in un mese di freddo, neve e scenari pienamente invernali, molto più di quanto siamo stati abituati a vedere negli ultimi anni.
I prossimi aggiornamenti saranno determinanti per capire se questa sarà soltanto una suggestione modellistica o l’anticipo di un inverno memorabile.
