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Dicembre sta procedendo apparentemente tranquillo, ma dietro le quinte dell’atmosfera qualcosa si sta muovendo: proprio in concomitanza con le festività natalizie il pattern configurativo potrebbe cambiare in modo netto, con aria molto più fredda in discesa verso l’Italia e la concreta possibilità di gelo e neve in pianura su alcune regioni. A suggerirlo sono gli “spaghi” dei modelli matematici, uno degli strumenti più utili per capire dove vuole andare il meteo a medio-lungo termine. COSA SCOPRIRAI IN 30 SECONDI Pattern in evoluzione: il vortice polare cambia disposizione Finora il meteo di dicembre è stato spesso condizionato da fasi anticicloniche e da correnti relativamente miti, con un inverno a tratti sottotono. Osservando però le tendenze emisferiche, qualcosa sembra destinato a cambiare proprio in prossimità delle festività natalizie. Il vortice polare, la grande struttura di bassa pressione che ruota sulle alte latitudini, potrebbe assumere una disposizione diversa, meno compatta e più ondulata. Quando il vortice si deforma, le masse d’aria fredda non rimangono più confinate solo tra Artico e Russia, ma possono scendere lungo veri e propri “binari” verso Europa e Mediterraneo. È esattamente questo il tipo di configurazione che, in queste ore, sta emergendo dalle elaborazioni dei modelli matematici: un possibile calo termico deciso a cavallo di Natale, con gelo in avvicinamento e maggiore rischio di neve a bassa quota. Cosa sono gli spaghi e perché tutti li guardano a Natale Nel linguaggio dei previsori la parola “spaghi” ricorre di continuo, soprattutto quando si parla di previsioni meteo per Natale e per il medio-lungo termine. Gli spaghi non sono altro che i diagrammi ensemble dei modelli matematici: una serie di linee (i famosi “spaghetti”) che rappresentano le diverse corse del modello per temperatura, precipitazioni e altri parametri su una determinata area. Ogni linea è una possibile evoluzione dell’atmosfera; quando le linee sono molto distanti tra loro, l’incertezza è elevata, mentre quando scendono tutte insieme verso il basso indicano un segnale condiviso, ad esempio verso il freddo. Nel caso delle festività natalizie 2025, gli spaghi di diversi modelli mostrano proprio questo: una discesa quasi unanime delle temperature in quota e al suolo nel periodo compreso tra il 24 e il 27 dicembre. Non possiamo dire con precisione dove e quanto nevicherà, ma possiamo affermare che il rischio di gelo e neve in pianura è in aumento rispetto alle scorse settimane. Come si leggono gli spaghi: un “termometro” di tendenza Per capire meglio, immaginiamo uno spaghetto di temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri di quota), un livello molto usato nella diagnostica meteo. La linea media rappresenta la tendenza principale, mentre le altre linee – leggermente più alte o più basse – indicano gli scenari alternativi. Quando ci avviciniamo a Natale, la maggior parte di questi “spaghetti” punta verso valori chiaramente sotto la media climatica del periodo: segno che l’atmosfera, nel complesso, propende per un raffreddamento marcato. Gli spaghi, quindi, non servono tanto a definire l’orario esatto di una nevicata o la quantità di accumulo al suolo, ma funzionano come indicatori di configurazione: ci dicono che la porta del freddo potrebbe aprirsi, che la circolazione sta cambiando e che dobbiamo prepararci a scenari molto più invernali rispetto a quelli vissuti finora. Gelo in arrivo per le festività natalizie: cosa può succedere in Italia Se il segnale mostrato dagli spaghi dovesse concretizzarsi, il meteo di Natale per l’Italia cambierebbe volto in modo deciso. L’aria fredda, in arrivo da nord o da nord-est a seconda della posizione del vortice polare, potrebbe irrompere sul Mediterraneo centrale nei giorni immediatamente precedenti il 25 dicembre, mantenendosi poi protagonista fino a Santo Stefano e, in alcuni scenari, anche oltre. Il primo effetto sarebbe un calo termico generalizzato: temperature minime sotto lo zero in molte pianure del Nord e del Centro, massime contenute anche di giorno e sensazione di freddo accentuata dal vento. La presenza di nuclei depressionari sul Tirreno o sull’Adriatico, in concomitanza con questa irruzione, farebbe poi da innesco per piogge e nevicate, con fiocchi pronti a spingersi a quote sempre più basse. Neve in pianura a Natale: dove è più probabile secondo gli spaghi Uno degli aspetti più interessanti delle attuali proiezioni è il potenziale per neve in pianura, soprattutto al Nord e su parte del Centro. Gli spaghi su diverse aree padane mostrano una temperatura a 850 hPa in forte calo durante le festività e, in molte corse, la comparsa di picchi di precipitazione proprio nel momento più freddo. Questo mix, se confermato, è tipico delle nevicate di pianura, soprattutto in Val Padana. Le regioni maggiormente coinvolte, in termini probabilistici, sarebbero il Nord-Ovest e parte del Nord-Est, ma non vanno escluse situazioni nevose anche sulle pianure interne del Centro, specie tra Toscana, Umbria e Marche, in caso di minimi sul Tirreno. A livello di tendenza possiamo quindi dire che il rischio di neve in pianura a Natale esiste e non è trascurabile; la precisione su città e accumuli, però, sarà possibile solo a ridosso dell’evento, con i modelli a breve termine e le mappe ad alta risoluzione. SE VUOI SCOPRIRE IL RESTO CONTINUA A LEGGERE
* Perché intorno a Natale e Capodanno lo schema del vortice polare potrebbe cambiare, favorendo l’arrivo del gelo sull’Italia.
* Che cosa sono gli spaghi dei modelli matematici, come si leggono e perché sono così importanti nelle previsioni meteo per le festività.
* In quali zone la neve in pianura potrebbe fare la sua comparsa se la tendenza attuale venisse confermata.
* Quali effetti potrebbe avere questa possibile svolta invernale su Puglia e Sud Italia, da monitorare con grande attenzione.
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