Meteo: altro che micio micio bau bau, il gelo russo ribalta l’Italia


di  Redazione, 18-12-2025 ore 12:30      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Le festività natalizie potrebbero coincidere con un cambio di marcia deciso: i modelli fiutano blocchi atlantici e scandinavi e gelo russo in discesa verso l’Italia, con rischio di neve in pianura nel pieno delle feste, ma lo scenario resta in evoluzione.

COSA SCOPRIRAI IN 30 SECONDI
* Perché il meteo di fine dicembre potrebbe essere “altro che micio micio bau bau”, con gelo russo pronto a ribaltare l’Italia.
* Come blocchi atlantici e scandinavi possono convogliare aria molto fredda verso il Mediterraneo e il nostro Paese.
* In quali aree cresce il rischio di neve in pianura tra Natale e Capodanno e perché le tempistiche sono ancora delicate.
* Che ruolo possono giocare Puglia e Sud Italia in questa possibile fase invernale, oggi più ai margini ma da seguire con grande attenzione.

Non sarà micio micio bau bau: perché il quadro sta cambiando

La sensazione diffusa è che quest’anno l’inverno stia procedendo in modo un po’ anonimo, tra anticicloni invadenti, qualche perturbazione rapida e temperature spesso non così rigide. Eppure, proprio come recita il modo di dire che abbiamo scelto per il titolo, il meteo sembra pronto a cambiare tono: altro che “micio micio bau bau”, le ultime tendenze indicano la possibilità che il gelo russo provi davvero a ribaltare l’Italia nel periodo che abbraccia le festività natalizie. Non stiamo parlando di una previsione chiusa, ma di una linea di tendenza che, run dopo run, ritorna con una certa coerenza: tra Natale e i giorni successivi l’atmosfera potrebbe imboccare una strada decisamente più invernale, con aria fredda in discesa da est e nord-est e uno scenario termico molto diverso da quello vissuto finora.

Cosa stanno suggerendo i modelli matematici

Per capire dove stiamo andando bisogna partire dai modelli matematici, gli strumenti che ogni giorno elaborano miliardi di dati per restituire le previsioni meteo. In questa fase, le diverse corse dei principali modelli globali mostrano sempre più spesso una configurazione simile: rafforzamento di aree altopressorie tra Atlantico e Scandinavia, disturbo al vortice polare e tendenza delle masse d’aria fredde di origine russa a muoversi verso sud-ovest. Il gelo russo, accumulato sulle pianure innevate tra Russia e zone limitrofe, trova così un corridoio potenziale per scivolare verso l’Europa centro-meridionale. I singoli run, che si aggiornano più volte al giorno, “leggono e rileggono” gli equilibri barici: a distanze medio-lunghe è normale che la posizione di anticicloni e depressioni oscilli, ma il segnale di fondo – quello di un cambio di pattern circolatorio più favorevole al freddo sul Mediterraneo – oggi appare più robusto rispetto alle settimane precedenti.

Blocchi atlantici e scandinavi: il meccanismo del gelo russo

Il cuore del possibile ribaltone meteo sta nella formazione di blocchi atlantici e scandinavi. Immaginiamo una cupola di alta pressione che si alza tra Atlantico settentrionale e Scandinavia: questo muro barico ostacola il flusso zonale da ovest e costringe il vortice polare a deformarsi. L’aria gelida non può più ruotare indisturbata intorno al Polo, ma viene spinta verso sud lungo i bordi del blocco, andando a interessare prima l’Europa orientale e poi, se l’asse si orienta nel modo “giusto”, l’area mediterranea. È qui che entra in gioco il meteo Italia: se l’aria fredda di matrice russa riuscisse a tuffarsi verso i Balcani e poi sul nostro Paese, ci ritroveremmo nel giro di pochi giorni con un inverno di tutt’altro spessore, fatto di gelo, venti di grecale e tramontana e potenziali nevicate a bassa quota. Non sarà insomma un semplice rinfresco: la botta fredda, in questo schema, avrebbe caratteristiche pienamente continentali.

Tra Natale e post-Natale: le finestre temporali più interessanti

Uno degli aspetti più importanti da chiarire riguarda i tempi. Il periodo “caldo” – o meglio, freddo – dal punto di vista previsionale è quello che comprende le festività natalizie e i giorni immediatamente successivi. Se in una prima fase il freddo non dovesse entrare in pieno proprio a ridosso del 24–25 dicembre, l’evoluzione successiva potrebbe essere però molto diversa, con un progressivo rafforzamento dei blocchi atlantici e scandinavi e una discesa più convinta dell’aria gelida di origine russa verso il Mediterraneo centrale. In altre parole, il meteo Natale potrebbe rappresentare l’inizio di una fase di cambiamento, con un primo calo termico e qualche episodio invernale, e il periodo tra Santo Stefano e Capodanno potrebbe diventare il momento in cui il gelo russo prova davvero a ribaltare l’Italia. Anche qui, però, il condizionale resta d’obbligo: parliamo di tendenze, non ancora di una cronologia scolpita nella pietra.

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