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Dove potrebbe abbaiare la neve: le aree più esposte
In uno scenario di aria fredda continentale in discesa verso l’Italia, le zone potenzialmente più esposte alla neve a bassa quota sarebbero, come spesso accade, il Nord e il versante adriatico del Centro, con un possibile coinvolgimento progressivo anche del Centro-Sud. La Val Padana, se riuscisse a conservare un buon cuscino freddo nei bassi strati, potrebbe diventare teatro di nevicate di pianura qualora si formassero minimi depressionari sul Ligure o sull’alto Tirreno. Sul medio Adriatico, un flusso teso di grecale e tramontana potrebbe attivare rovesci nevosi fin sulle coste o nell’immediato entroterra, soprattutto tra Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo. Scendendo verso sud, colline interne e dorsale appenninica centrale e meridionale potrebbero vedere neve a quote via via più basse, fino a trasformare alcuni tratti di Appennino in un corridoio bianco proprio nel cuore delle festività. È in contesti simili che la “neve abbaiante” si fa sentire: fenomeni intensi, repentini, spesso accompagnati da vento e da un brusco crollo delle temperature.
Perché il proverbio meteo resta valido anche oggi
L’idea che “il lupo perde il pelo ma non il gelo” sintetizza bene una verità climatologica di fondo: l’inverno mediterraneo è cambiato, si è fatto spesso più irregolare e, a tratti, più mite, ma non ha perso la capacità di produrre episodi freddi anche importanti, spesso concentrati in finestre temporali relativamente brevi. Le irruzioni da est, soprattutto quando alimentate da serbatoi gelidi su Russia e aree limitrofe, sono ancora in grado di far precipitare i valori termici e di portare neve a quote basse, anche in un contesto di riscaldamento globale. Quello che cambia è la frequenza e, talvolta, la durata degli eventi; ciò che resta, invece, è la possibilità che tra Natale e inizio gennaio l’atmosfera decida di regalare un colpo di scena pienamente invernale.
Implicazioni pratiche tra viaggi, città e montagna
Se questo scenario di gelo e neve dovesse concretizzarsi nel periodo 25 dicembre – 3 gennaio, le implicazioni pratiche sarebbero numerose. Chi viaggia per raggiungere parenti e amici durante le feste dovrebbe tenere conto della possibilità di strade innevate e tratti ghiacciati, specialmente sui valichi appenninici e sulle principali direttrici del Nord e del Centro. Nelle città di pianura, in particolare al Nord, non sarebbe da escludere la necessità di gestire neve e gelo su viabilità, marciapiedi e servizi pubblici, con possibili rallentamenti ai trasporti. Le località di montagna, invece, vedrebbero in una fase del genere un alleato prezioso per la stagione sciistica, con neve naturale che va a integrare l’innevamento programmato e a migliorare l’attrattiva paesaggistica. Anche lungo le coste, un flusso freddo ben strutturato potrebbe portare vento intenso, mareggiate e un sensibile calo delle temperature, contribuendo a restituire alle feste un sapore invernale più autentico.
Focus Puglia e Sud Italia: quando il lupo guarda a sud
Nel quadro di una possibile ondata fredda tra Natale e inizio gennaio, Puglia e Sud Italia meritano una riflessione dedicata. Anche se alcune emissioni vedono inizialmente il cuore del freddo concentrato più a nord, la storia meteo insegna che, quando il gelo continentale entra davvero nel Mediterraneo, il Meridione può passare in poco tempo da semplice spettatore a protagonista. Se l’aria fredda riuscisse a scivolare con decisione lungo i Balcani e a tuffarsi nel basso Adriatico e nello Ionio, la Puglia si troverebbe in una posizione ideale per vivere episodi di “neve abbaiante”: correnti tese di grecale e tramontana, mari agitati e rovesci invernali che, con termiche adeguate, diventano neve sulle Murge, sul Gargano, sul Subappennino Dauno e, nei casi più spinti, anche a quote collinari prossime alla costa. Il resto del Sud – Campania interna, Basilicata, Molise, parte della Calabria – potrebbe condividere un copione simile, con altopiani e colline imbiancati e un clima decisamente crudo per diversi giorni. Al momento, Puglia e Mezzogiorno appaiono come possibili protagonisti di una seconda fase dell’eventuale irruzione fredda, qualora i blocchi barici dovessero insistere e permettere al gelo di spingersi più a sud. Per questo, la redazione di Meteo Puglia continuerà a seguire con estrema attenzione i prossimi aggiornamenti modellistici, pronta a raccontare passo dopo passo se il lupo, quest’anno, deciderà davvero di non perdere il vizio e riportare gelo e neve sulle regioni meridionali proprio tra Natale e l’inizio del nuovo anno.
👉 LINK: MODELLO WRF-LAM METEOPUGLIA
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✍🏻Autore: Redazione Meteo Puglia – tendenze meteo a cura di Chiara Montelupo