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Modelli matematici: tendenza interessante, non sentenza definitiva
Dal punto di vista professionale è fondamentale chiarire il ruolo dei modelli matematici in questa fase. Le emissioni a medio-lungo termine sono ottime per individuare cambi di tendenza, ma meno affidabili quando si tratta di dettagliare dove, quando e quanto nevicherà. Oggi possiamo dire che diversi run mostrano un trend verso un pattern più freddo sul Mediterraneo nel periodo delle festività natalizie, con possibile coinvolgimento dell’Italia da parte di aria più rigida di matrice continentale. Tuttavia, i singoli aggiornamenti (run) vengono continuamente ricalcolati, “leggendo e rileggendo” la posizione di anticicloni e depressioni: basta che un’alta pressione si posizioni un po’ più a ovest o a est, o che un minimo depressionario nasca qualche centinaio di chilometri più in là, per cambiare radicalmente la distribuzione di freddo e neve. È per questo che parlare di “nuova nevicata del ’56” sarebbe fuorviante: ha senso, invece, parlare di una tendenza a un meteo più invernale, potenzialmente capace di riportare la neve in pianura su diverse regioni italiane nelle festività.
Neve in pianura: le zone che potrebbero avere più chance
In uno scenario con aria fredda in discesa da est e minimi sul Mediterraneo, le aree con maggior probabilità di vedere neve in pianura sarebbero, come spesso accade, il Nord e il medio-alto Adriatico. La Val Padana, se riuscisse a conservare un buon cuscinetto di aria fredda nei bassi strati, potrebbe diventare terreno ideale per nevicate anche intense al passaggio di perturbazioni organizzate. Città come Torino, Milano, Verona, Bologna, in un contesto del genere, potrebbero vivere episodi nevosi di rilievo. Lungo il medio Adriatico, da Romagna, Marche e Abruzzo fino, a tratti, al Molise, il flusso di grecale potrebbe innescare rovesci nevosi fin sulle pianure costiere o all’immediato entroterra, soprattutto quando l’aria fredda in quota risulta particolarmente incisiva. Più a sud, il discorso si fa più articolato: la neve in pianura su tutta l’Italia è uno slogan, ma non va esclusa a priori la possibilità di fioccate a bassa quota anche su parte del Centro-Sud, qualora il freddo riuscisse a spingersi con decisione e si formassero depressioni sul basso Tirreno o sullo Ionio.
Confronto con il 1956: perché oggi sarebbe diverso
Paragonare qualsiasi episodio moderno alla nevicata del ’56 richiede prudenza. Quell’inverno fu caratterizzato da un’ondata di gelo eccezionale, con valori termici estremi e durata dell’evento superiore alla media. Il contesto climatico attuale è diverso: il riscaldamento globale ha innalzato la temperatura media del pianeta e, di riflesso, anche quella del Mediterraneo e dell’Italia. Questo non significa che non possano più verificarsi episodi freddi e nevosi importanti, ma che la probabilità di un evento davvero paragonabile al 1956 su scala nazionale è più bassa. Ciò non toglie che una configurazione barica “molto fredda”, come quella che oggi viene ipotizzata dai modelli per le festività natalizie, possa comunque dare origine a un’ondata di freddo significativa, con neve a bassa quota su molte regioni e un impatto rilevante sulla vita quotidiana. La canzone resterà probabilmente insuperata, ma il meteo potrebbe comunque regalarci una “versione moderna” di inverno deciso, capace di far parlare di sé.
Focus Puglia e Sud Italia: margini oggi, ma occhi aperti domani
Arriviamo alla Puglia e, più in generale, al Sud Italia, che spesso entrano in gioco nelle fasi successive alle prime irruzioni fredde. In molti scenari storici, dopo un primo impatto del gelo sul Nord e sul Centro, il freddo continentale ha trovato la strada per scivolare verso i Balcani e il basso Adriatico, trasformando Puglia e Meridione in protagonisti assoluti del meteo. Anche nelle tendenze attuali, sebbene il focus iniziale sembri concentrarsi più sul Centro-Nord, non si può escludere che una parte del freddo russo possa successivamente affondare verso sud. In un quadro di questo tipo, la Puglia si troverebbe in una posizione delicata ma potenzialmente privilegiata: correnti di grecale e tramontana attraverserebbero l’Adriatico, caricandosi di umidità e scaricandola poi sotto forma di rovesci invernali sulla costa e sulle zone interne. Gargano, Subappennino Dauno e Murge sarebbero i primi candidati a vedere neve, ma nei casi più spinti non sarebbero da escludere episodi di neve a bassa quota anche su parte del Barese, del Brindisino e del Tarantino. Il resto del Sud – Campania interna, Basilicata, Molise, parte della Calabria – potrebbe condividere questo pattern, con colline imbiancate e un clima decisamente più crudo rispetto alle ultime settimane. Al momento, parlare di “nevicata del ’56 riproposta in pianura su tutt’Italia” resta una metafora efficace ma non una previsione. Quello che possiamo dire, con onestà, è che le festività natalizie potrebbero essere accompagnate da una configurazione barica di stampo molto freddo, per la quale freddo e neve tornerebbero protagonisti anche in Italia. Se sarà un semplice omaggio all’inverno o un vero evento da ricordare, ce lo diranno i prossimi aggiornamenti modellistici.
👉 LINK: MODELLO WRF-LAM METEOPUGLIA
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✍🏻Autore: Redazione Meteo Puglia – analisi meteo a cura di Davide Mancini