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E’ iniziata una raccolta firme per per abrogare le norme che rendono obbligatoria la certificazione verde per accedere a luoghi come ristoranti e cinema e anche a tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati. I promotori del referendum abrogativo ritengono che il green pass costituisca “un palese strumento di discriminazione che collide con i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico”. L’obiettivo è quello di abrogare tutte “le disposizioni legislative in materia di green pass”. Nel caso in cui vengano raccolte le 500mila firme sarebbe poi la Corte costituzionale a esprimersi sulla legittimità dei quesiti. Se il parere fosse positivo, comunque, sarebbe difficile pensare a un voto prima della primavera del 2022. Le firme devono essere raccolte entro il 30 settembre per indire il referendum entro la primavera successiva: dopo questa data la Corte decide sui quesiti entro il 10 febbraio dell’anno successivo, in questo caso il 2022. Poi si va al Quirinale, a cui spetta fissare la data in un periodo che può andare dal 15 aprile al 15 giugno del 2022. Se, invece, le firme non dovessero essere raccolte entro il 30 settembre il rischio sarebbe quello di far slittare il voto alla primavera del 2024, considerando che non è possibile depositare richiesta di referendum nell’anno che precede lo scioglimento delle Camere, come dovrebbe avvenire nel 2023, anno di fine legislatura.