Pesanti disturbi al Vortice Polare. Neve a più riprese. Rischio su tutta l’Italia. Ecco perché


di  Redazione, 17-11-2025 ore 17:30      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Il Vortice Polare sta mostrando segnali di forte instabilità, con disturbi continui e movimenti irregolari già da diverse settimane. Questo scenario, sempre più evidente nelle simulazioni modellistiche, sta aprendo la strada a frequenti affondi artici verso l’Europa e il Mediterraneo. L’Italia potrebbe essere coinvolta in più fasi fredde e nevose tra la terza decade di novembre e l’inizio di dicembre, con il rischio che la neve scenda anche a quote molto basse.

Il Vortice Polare traballa: perché è così importante

Il Vortice Polare è l’enorme motore atmosferico che governa l’inverno dell’emisfero settentrionale. Quando è compatto e stabile, le correnti atlantiche scorrono veloci e mantenendo l’Europa sotto correnti miti e perturbate.
Quando invece il vortice si indebolisce o si frattura, come sta accadendo in queste settimane, l’aria gelida accumulata sul Polo può scendere verso sud attraverso gli scambi meridiani.
Ed è proprio ciò che stanno suggerendo i modelli: un Vortice Polare in forte sofferenza, caratterizzato da ondulazioni ampie e ripetute, con la possibilità di dirigere più impulsi freddi verso il Mediterraneo.

Primo affondo freddo: il weekend del 21 novembre

Il primo episodio rilevante è atteso tra 21 e 23 novembre 2025, quando un affondo artico proveniente dal Nord Europa raggiungerà l’Italia attraverso la valle del Rodano.
Questo ingresso freddo sarà il risultato delle ondulazioni del getto polare, già distorte dalle debolezze strutturali del vortice.
Il Nord Italia sarà la prima regione a risentire dell’arrivo dell’aria fredda, con precipitazioni diffuse e la neve che inizierà a scendere a quote via via più basse, specie su Piemonte, Lombardia e settori alpini e prealpini.
Le Alpi, in particolare, potrebbero vivere nevicate abbondanti, già da quote medio-basse grazie al forte raffreddamento nei bassi strati.

I giorni successivi: neve a quote sempre più basse

Dopo il primo affondo, la struttura atmosferica non tenderà a stabilizzarsi. Anzi, diverse simulazioni mostrano che un secondo impulso freddo potrebbe giungere sul Mediterraneo nella settimana successiva, rafforzando il quadro invernale.
Con il freddo già presente nei bassi strati, le precipitazioni successive potrebbero dar luogo a nevicate a quote ancora più basse, con il rischio di vedere fiocchi anche nelle principali pianure del Nord, specie quelle del Piemonte occidentale e della Lombardia.
È un’evoluzione che dipende molto dalla posizione esatta del minimo depressionario che si andrà a formare: se centrato tra Ligure e Toscana, il Nord-Ovest si troverebbe nella posizione ideale per nevicate precoci.

Occhio anche al Centro-Sud: rischio freddo dall’Adriatico

Se il Nord sarà il primo a essere coinvolto, il Centro-Sud potrebbe non essere da meno.
Gli ultimi aggiornamenti, in particolare quelli del modello americano GFS, mostrano una nuova tendenza interessante: tra la fine di novembre e i primi giorni di dicembre, un nucleo di aria fredda potrebbe scendere lungo i Balcani, entrando sull’Italia attraverso l’Adriatico.
Questa dinamica porterebbe:
    •    crollo termico sulle regioni adriatiche
    •    nevicate a bassa quota su Marche, Abruzzo e Molise
    •    fiocchi possibili anche sulle interne del Lazio
    •    rovesci misti su Puglia settentrionale e Basilicata in caso di precipitazioni più intense
È una configurazione tipica delle irruzioni balcaniche, rese possibili solo quando il Vortice Polare non è in grado di tenere compatta l’aria gelida nei suoi confini.

Perché aumentano i rischi invernali?

La risposta sta nella combinazione di fattori teleconnettivi che si stanno verificando contemporaneamente:
    •    AO (Arctic Oscillation) tendente a valori negativi
    •    NAO (North Atlantic Oscillation) in fase debole
    •    gettopolare ondulato
    •    disturbi stratosferici crescenti
Questa miscela ha un impatto diretto sulle dinamiche invernali: meno energia sul vortice, più spazio agli affondi freddi verso sud.
In sostanza, il vortice non riesce a contenere il freddo, e l’Europa è più vulnerabile a irruzioni gelide precoci.

Neve a più riprese: scenario possibile

La possibilità che l’Italia sperimenti due o più irruzioni fredde ravvicinate non è affatto remota.
Il periodo compreso tra il 21 e il 30 novembre 2025 sembra favorevole a una serie di impulsi artici, che potrebbero interagire più volte con il Mediterraneo, producendo:
    •    nevicate abbondanti su Alpi e Prealpi
    •    neve a quote basse al Nord
    •    episodi nevosi possibili anche al Centro
    •    instabilità neve-mista sui rilievi interni del Sud
Il tutto in un contesto davvero dinamico che potrebbe proseguire anche nei primi giorni di dicembre.

Fine novembre–inizio dicembre: la tendenza più delicata

Ed è qui che entra in gioco l’elemento più delicato: i modelli stanno iniziando a intravedere un raffreddamento importante sull’Est Europa, alimentato dal vortice polare disturbato.
Se questo serbatoio di aria gelida dovesse spingersi verso ovest, l’Italia potrebbe essere coinvolta in modo diretto tramite irruzioni continentali, molto più fredde rispetto a quelle artiche marittime.
Non siamo ancora nella situazione ideale per un evento estremo come un Burian, ma la tendenza del Vortice Polare lascia aperta una porta che solitamente resta chiusa così presto nella stagione.

Conclusione: Italia a rischio neve diffusa

I disturbi al Vortice Polare stanno creando un clima favorevole a un finale di novembre pienamente invernale.
La neve potrebbe cadere a più riprese, inizialmente al Nord e poi, a seguire, in alcune aree del Centro-Sud grazie all’ingresso freddo dall’Adriatico.
Gli scenari restano in evoluzione, ma ciò che emerge con forza è che l’inverno 2025/26 potrebbe aprirsi in anticipo e con una certa intensità.
I prossimi aggiornamenti saranno fondamentali per capire quanto freddo riuscirà a scendere e quali zone saranno più esposte alle nevicate.

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✍️ Articolo originale a cura della Redazione Meteo Puglia – Analisi a medio-lungo termine




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