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Le festività tra Natale e inizio gennaio potrebbero riportare il gelo sull’Italia: i modelli fiutano un cambio di scenario con aria fredda e neve a bassa quota, una “neve abbaiante” pronta a farsi sentire come un lupo nella notte invernale. COSA SCOPRIRAI IN 30 SECONDI Il proverbio rivisitato: il gelo non perde il vizio Nella tradizione popolare si dice che “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. In chiave meteo, per questo finale di anno, potremmo adattarlo in “il lupo perde il pelo ma non il gelo”: anche quando l’inverno esordisce in sordina, il freddo non perde mai il vizio di ripresentarsi nel momento meno scontato, spesso proprio a ridosso delle festività natalizie. E così, dopo una prima parte di stagione non sempre all’altezza delle aspettative degli appassionati, le ultime tendenze meteo iniziano a suggerire un possibile cambio di marcia tra Natale e i primi giorni di gennaio, con la prospettiva concreta di gelo più incisivo e neve pronta a fare la voce grossa su diverse regioni italiane. Neve abbaiante: cosa significa davvero questa immagine Parlare di “neve abbaiante” è un modo evocativo per descrivere una fase in cui i segnali invernali si fanno sentire con forza, un po’ come un lupo che abbaia sotto una nevicata notturna. Non si tratta solo di qualche fiocco in montagna, ma di un potenziale assetto barico capace di portare freddo e neve a bassa quota, con rovesci invernali più strutturati. Nell’immaginario, la neve abbaiante richiama episodi in cui il vento fischia tra i vicoli, i fiocchi si attaccano rapidamente al suolo e il paesaggio cambia volto in poche ore. È esattamente questo tipo di scenario che, ad oggi, i modelli matematici non escludono per il periodo compreso tra il 25 dicembre e il 3 gennaio, pur con tutte le cautele del caso. Il periodo chiave: dal 25 dicembre al 3 gennaio La finestra temporale più interessante, secondo le ultime emissioni, è proprio quella che va dal giorno di Natale fino ai primi giorni del nuovo anno. In questa fascia, diverse corse modellistiche evidenziano un possibile cambio di pattern, con una circolazione meno occidentale e più votata a scambi meridiani, cioè a movimenti nord-sud delle masse d’aria. Tradotto: l’atmosfera sembra voler abbandonare, almeno in parte, la classica “zonalità” mite per aprire la porta a irruzioni fredde più decise. Non è detto che il freddo entri in modo diretto già il 25 dicembre; in alcuni scenari, infatti, il Natale potrebbe rappresentare la fase di transizione, con un progressivo calo termico e i primi segnali invernali, mentre l’apice del gelo e della possibile neve abbaiante arriverebbe tra fine anno e i primi giorni di gennaio. Cosa ci raccontano i modelli: tendenza sì, dettagli ancora no I modelli matematici, aggiornati più volte al giorno, stanno fiutando la possibilità di un raffreddamento generalizzato sull’Europa centro-meridionale proprio nel periodo delle feste. Alcune simulazioni mostrano blocchi altopressori in area atlantica e scandinava e flussi di aria fredda di origine continentale in discesa verso il Mediterraneo. In questo contesto il meteo Italia rischia di cambiare volto in maniera sensibile, con isoterme più basse in quota e un potenziale per fenomeni invernali più diffusi. È fondamentale però ricordare che, a queste distanze, i singoli run “leggono e rileggono” continuamente la traiettoria esatta delle masse d’aria: basta spostare di qualche centinaio di chilometri il nucleo più freddo perché a guadagnarci in termini di neve sia un Paese invece di un altro, o un versante della Penisola invece del resto. Per ora il messaggio più solido è che il lupo – il gelo – non ha affatto perso il vizio di affacciarsi nel cuore delle festività. SE VUOI SCOPRIRE IL RESTO CONTINUA A LEGGERE
* Perché il detto “il lupo perde il pelo ma non il vizio” diventa, in chiave meteo, “il lupo perde il pelo ma non il gelo”.
* Quali segnali stanno indicando i modelli matematici per il periodo tra il 25 dicembre e il 3 gennaio, tra Natale e Capodanno.
* Dove potrebbe arrivare la neve, anche a bassa quota, se l’aria fredda riuscisse a dilagare sull’Italia.
* Che ruolo può avere la Puglia e, più in generale, il Sud Italia in questa possibile fase invernale, da seguire passo dopo passo.
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